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Gli animali selvatici come indicatori dello stato di salute dell’ambiente
L’esame dello stato di salute di animali feriti, ammalati o in difficoltà che vengono rinvenuti sul territorio, mediante una visita clinica e degli esami di laboratorio, oltre a fornire dei dati importanti sulla salute delle popolazioni selvatiche, permette di valutare lo stato di salute dell’ambiente in cui questi animali vivono e che noi condividiamo con loro. L’animale selvatico diventa quindi un indicatore biologico della salute dell’ecosistema.
Già negli anni ’60 gli animali selvatici sono stati usati come indicatori biologici. E’ stato infatti grazie alla scomparsa quasi completa del Falco pellegrino (Falco peregrinus) in Inghilterra e negli Stati Uniti che l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale si è focalizzata sul problema del DDT e degli altri insetticidi tossici (anche per l’uomo). In particolare i dati raccolti da Ratcliffe (Ratcliffe, 1967) e da Cade (Cade et. al, 1971) hanno svolto un ruolo fondamentale nella limitazione dell’uso del DDT e del DDE, dapprima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti (Cade, 1990).
Da quel momento in poi moltissimi ricercatori hanno effettuato ricerche sugli animali selvatici al fine di valutare l’impatto delle attività umane (nell’accezione più ampia del termine – distruzione di habitat, antropizzazione, agricoltura intensiva, inquinamento delle acque, pesticidi, etc.) sull’ambiente.
In quest’ottica il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane ha portato avanti alcune indagini preliminari sull’antibiotico-resistenza di alcuni batteri dell’apparato digerente degli Stambecchi e dei Camosci ed allo stesso tempo sono state dosate le concentrazioni di alcuni metalli pesanti nei tessuti degli ungulati presenti all’interno del Parco. I dati ottenuti, seppur preliminari, sono stati comparati con analoghe indagini effettuate in ambienti diversi (zone umide marino costiere del Nord Adriatico).
I risultati preliminari indicano che la pressione antropica sul Parco Naturale delle Dolomiti Friulane è effettivamente bassa se comparata ad altre zone della Regione Friuli Venezia Giulia.