GEOLOGIA

ASPETTI GEOGRAFICI, GEOLOGICI E GEOMORFOLOGICI

Da un punto di vista oro-idrografico il territorio ricade all’interno dei bacini dei seguenti corsi d’acqua: Cellina, Meduna, Vajont e Tagliamento. Le vallate principali che si trovano nell’area protetta sono: val Zemola (bacino del Vajont); val Cimoliana, val Settimana, val di Gjere (bacino del Cellina); Canal Grande di Meduna, Canal Piccolo di Meduna, alta val Silisia (bacino del Meduna); val di Giaf, val di Suola, val Rovadia, val Poschiadea (bacino del Tagliamento).

Oltre alla notevole estensione areale il Parco ha anche un elevato sviluppo altimetrico. Le quote dei fondovalle variano dai 450-500 m slm nell’area più meridionale (Andreis) ai 600-700 m slm nella zona mediana (Claut, Cimolais) agli 800-900 m slm nel settore Fornese. Le quote massime vengono raggiunte nel gruppo della Cima dei Preti (2.703 m slm) situato tra la val Cimoliana e la valle del Piave.

Il paesaggio predominante è quello caratteristico delle prealpi orientali, con un graduale passaggio dagli ambienti prettamente prealpini della zona più orientale, (val Meduna, val Silisia, val Colvera) a quelli tipicamente dolomitici della zona più occidentale dell’area (val di Gjere, val Settimana, val Cimoliana, settore Fornese).

La catena dei Monfalconi con il Campanile di val Montanaia, le praterie d’alta quota del Campoross, i pascoli di Malga Senons e la solitudine dei Canali di Meduna ne fanno un ambiente unico, caratterizzato da un elevato grado di selvatichezza (“wilderness”) difficilmente riscontrabile in altri settori dell’intero arco alpino e prealpino.

L’asprezza e la severità dell’ambiente hanno da sempre reso difficili i collegamenti tra le valli del Parco rendendo minimo l’impatto causato dalle attività umane e garantendo la sua naturale conservazione.

Per quanto riguarda gli aspetti geomorfologici e geolitologici il Parco è suoi caratterizzato da  ambienti caratteristici e suggestivi, costituiti da valli profonde, creste, torrioni, circhi e forre che sono il risultato dell’effetto combinato di forze endogene (spinte tettoniche) che, dall’inizio dell’era terziaria, hanno provocato il progressivo innalzamento di questo settore della catena alpina e dell’azione degli agenti esogeni che lentamente l’hanno demolito, eroso e modellato.

Aspetti Litologici

Le rocce coinvolte in questi processi e che quindi rappresentano l’ossatura del territorio del Parco sono tutte di origine sedimentaria e si sono formate in massima parte in ambienti marini tra il Triassico superiore (più di 200 milioni di anni fa) e il Miocene inferiore (15-10 milioni di anni fa). La formazione geologica più rappresentativa (che affiora in modo esteso nel territorio del Parco) è la Dolomia Principale. Questa formazione rocciosa è costituita soprattutto da dolomie chiare che si sono formate, circa 200 milioni di anni fa, in ambienti simili ad alcune lagune tropicali attuali. Testimonianza del particolare ambiente di formazione è la presenza di resti fossili di bivalvi, gasteropodi e stromatoliti (tappeti algali).

Della stessa età è la Dolomia di Forni, costituita da dolomie scure, bituminose e in strati sottili, formatesi in un ambiente marino più profondo (bacinale).

Nell’alta valle del Tagliamento, nella zona di Forni di Sopra (val di Suola, val Rovadia), in un “geosito” di interesse sovranazionale, è possibile ammirare il passaggio tra queste due differenti “facies” e quindi la transizione tra questi due paleo ambienti.

In alcune circostanze particolari, i fanghi carbonatici che hanno dato origine alla Dolomia Principale hanno anche conservato le impronte di dinosauri che si spostavano nelle antiche piane di marea. Queste interessantissime tracce fossili sono adesso osservabili in vari siti all’interno dell’area protetta (Casera Casavento, Riut Susaibes, Ciol de la Fratta…).

Nel suo complesso l’intera successione sedimentaria presente nel territorio del Parco può essere schematicamente suddivisa in una porzione inferiore (più antica) di tipo carbonatico ed in una superiore (più recente) calcareo-marnosa e terrigena.

Al di sopra di questi complessi rocciosi si trovano le formazioni continentali del Quaternario (recentissime da 1,8 milioni di anni fa) costituite da depositi morenici, alluvioni, detriti di falda e accumuli di frana.

Aspetti Tettonici

I “sovrascorrimenti” hanno portato le rocce più antiche (formazioni carbonatiche a comportamento “rigido”) a sovrapporsi alle rocce più recenti (formazioni terrigene a comportamento “plastico”) determinando un raccorciamento della crosta terrestre.

Alcune di queste deformazioni sono ben evidenti nel territorio del Parco.

Grandi pieghe sono state rese visibili dall’erosione: in val Zemola, ad esempio, la piega (sinclinale) del monte Porgeit rappresenta un “geosito” di interesse regionale.

L’intensa fratturazione delle rocce legata alla presenza di faglie o sovrascorrimenti determina forme di erosione accelerata che possono creare morfologie e paesaggi di grande suggestione come quelli riscontrabili lungo la valle del torrente Susaibes nei pressi di Andreis (“geosito” di interesse regionale).

Anche il detrito minuto presente presso forcella Savalons (in italiano forcella della sabbia) è correlabile agli effetti relativi alla presenza di un’importante linea tettonica.

Tre sono i sovrascorrimenti di importanza regionale che attraversano il territorio del Parco:

  • La linea Monte Dof-Monte Auda;
  • La linea Pinedo-Avasinis;
  • La linea Barcis-Staro Selo (o Sovrascorrimento Periadriatico).

Aspetti Morfologici

Dal punto di vista morfologico notevoli sono le singolarità presenti nell’area del Parco; l’azione degli agenti esogeni sui differenti tipi di roccia o in diverse condizioni di giacitura e di fratturazione ha determinato forme particolari e spettacolari. 

Di grande impatto emotivo è il Campanile di val Montanaia, uno dei rari esempi di guglia presente in Friuli Venezia Giulia e sicuramente una fra le più belle morfologie di questo tipo di tutte le dolomiti (“geosito” di interesse sovranazionale).

Sempre all’azione dei ghiacci sono riferibili molti circhi di alta quota e alcune ampie valli dal caratteristico profilo ad U.                                                                                                              

All’azione erosiva dei torrenti sono legate le strette valli con profilo a V e le numerose splendide forre presenti nel territorio del Parco. All’interno di quest’ultime sono facilmente osservabili marmitte di erosione, rocce levigate, e tutte le morfologie legate all’azione delle acque correnti.

Legata anche all’attività dell’uomo va ricordata la frana del Vajont che staccandosi dalle pendici del Monte Toc e precipitando nel sottostante bacino artificiale provocò, la sera del 9 ottobre del 1963 la morte di circa 2000 persone.

La nicchia di distacco della frana è ancora ben visibile sul monte mentre l’immenso accumulo di materiale franato ha completamente modificato la morfologia della valle.

I testi di questa pagina sono tratti dal libro curato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia “Geositi del Friuli Venezia Giulia