Piramidi di terra presso le Sorgenti del Cellina

Piramidi di terra presso le Sorgenti del Cellina

Unica testimonianza significativa nella Regione Friuli Venezia Giulia. Sono forme legate all’erosione di depositi morenici. A Fielis presso Arta Terme erano in passato presenti in gran numero. In conseguenza del terremoto del 1976 e delle alluvioni sono quasi scomparse.

• Ubicazione: Stalle Parentonia, Claut, (Pordenone).

• Grado d’interesse: regionale.

• Interesse scientifico: geomorfologia, sedimentologia.

• Accessibilità: l’accesso è possibile con una deviazione “escursionistica” (risalendo l’alveo del Cellina) dalla strada che da Lesis porta a Casera Casavento in corrispondenza di Stalle Parentonia. Sono inoltre visibili dalla stessa strada proseguendo verso Casera Casavento (500 m prima del parcheggio di Pian di Cea).

DESCRIZIONE 

(a cura di Santo Gerdol)

Il sito è posto lungo la Val Margons in prossimità delle sorgenti del Cellina. A valle del vasto corpo di frana denominato Pian de Crode, la parte bassa del versante in sinistra Cellina è costituito da un deposito morenico che per l’erosione dalle acque ruscellanti presenta morfologie a “piramidi di terra”. Presenti in maniera significativa fra Trentino e Alto Adige, sono piuttosto rare nelle altre regioni alpine.

Le “piramidi di terra” sono l’effetto dell’azione dilavante delle acque su materiale morenico eterogeneo che include anche blocchi rocciosi di dimensioni ragguardevoli. Tali massi costituiscono i vertici delle piramidi, proteggendole dall’azione delle acque zenitali. In una prima fase i massi ostacolano il deflusso in superficie delle acque favorendo la creazione di un reticolo che aggira i massi stessi. L’erosione dei rivoli d’acqua e delle acque meteoriche agisce approfondendo i solchi nella morena a formare pilastri e successivamente piramidi. La rarità del fenomeno fa presupporre che debbano verificarsi una serie di situazioni concomitanti. Il deposito morenico, oltre ad avere pendenza favorevole, deve presentare: spessore elevato; coerenza adeguata (tale da non opporre eccessiva resistenza e non essere troppo facilmente disgregabile); posizione dei massi che agevoli l’acqua nello scavare il suo primo reticolo; base dei massi orizzontale per consentire una più lunga stabilità.

Le “piramidi di terra” sono in continua evoluzione, poiché l’erosione tende a distruggere quelle a valle e, qualora la situazione lo consenta, a formarne di nuove a monte. L’evoluzione morfologica può avvenire in tempi diversi: in alcuni casi possono rimanere pressoché immutate per tempi molto lunghi; in altri possono subire radicali cambiamenti in poche decine di anni. Va inoltre sottolineata l’importanza di fenomeni violenti quali terremoti, eventi meteoclimatici eccezionali, frane e valanghe che possono determinare modificazioni repentine nelle “piramidi di terra”.

• Bibliografia essenziale:

  • Gortani M., Le Piramidi di erosione e i terreni glaciali di Fielis in Carnia. Udine, 1906.
  • Parisi B., Aspetti naturali caratteristici delle montagne lombarde. Bologna, 1976.
  • Scortegagna U. & Zanetti M., Escursioni nel Parco Naturale Dolomiti Friulane. Verona, 1996.
  • Venturini C., Il Friuli nel Quaternario: l’evoluzione del territorio. In: Glacies. L’età dei ghiacci in Friuli: ambienti, climi e vita negli ultimi 100.000 anni. Udine, 2003.